“Telemedicina” e “intelligenza artificiale”: le nuove frontiere della cura

Ecco come la pandemia da Covid-19 ha sdoganato definitivamente l’utilizzo della tecnologia nel sistema diagnostico e di presa in carico della malattia da coronavirus, in particolare e di ogni patologia medica in generale

“Telemedicina” e “intelligenza artificiale” sono diventate le nuove frontiere della cura.

Termini entrati nel linguaggio comune già da diversi anni sono diventati il centro dell’interesse degli stakeholder del Servizio sanitario nazionale e di conseguenza dell’organizzazione degli stessi, all’indomani della diffusione del Covid-19, nome dato alla malattia associata al virus SARS-CoV-2.  

Si è iniziato a parlare di telemedicina già negli anni ‘70, con riferimento all’uso della tecnologia per assistere un paziente quando non era possibile agire in presenza. Successivamente, nel 2001, per la prima volta, i servizi di telemedicina vengono equiparati a qualunque altro servizio sanitario, diagnostico, terapeutico. Si arriva così al 2012, dove l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito sanitario vede l’approvazione da parte dell’assemblea generale del Consiglio superiore di sanità delle Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, divenute, successivamente, oggetto di Intesa Stato-Regioni e Province Autonome il 20 febbraio 2014b.

Già allora si riportava la necessità di rafforzare l’assistenza territoriale con l’ausilio delle nuove tecnologie capaci di contribuire allo spostamento del fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio, attraverso modelli assistenziali innovativi incentrati sul cittadino.

Nel 2019, il Ministero della salute ha avviato una ricognizione sulle esperienze regionali di telemedicina dalla quale emerge un contesto variegato ed eterogeneo.

“Telemedicina” e “intelligenza artificiale” nel PNRR

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha posto grande attenzione all’opera di trasformazione dei sistemi tecnologici e informativi sia a livello nazionale sia regionale, nonché alla presa in carico delle persone affette da patologie croniche, con particolare attenzione verso gli over 65, prevedendo lo sviluppo di nuovi progetti di telemedicina per l’assistenza a distanza da parte dei sistemi sanitari regionali.  

Analoga accortezza la si può riscontrare nel Disegno di Legge di Bilancio per il 2022. Il Titolo dedicato alla Sanità, infatti, riporta importanti provvedimenti a partire dall’incremento del Fondo sanitario nazionale, che vedrà un innalzamento nel prossimo triennio rispettivamente di due, quattro e sei miliardi di euro.

A ciò vanno aggiunte sia le risorse per rafforzare l’assistenza territoriale ai fini della definizione degli standard organizzativi, qualitativi e tecnologici e le somme per stabilizzare il numero di medici ammissibili alla formazione specialistica (12.000). Insomma, la sanità è tornata al centro della agenda politica e tocca a tutti gli operatori del settore tramutare gli indirizzi normativi in progetti concreti.

 Il futuro

Da questo punto di vista i prossimi cinque anni saranno determinanti e, attraverso il Decreto del Ministero dell’economia e finanze dello scorso 6 agosto 2021, si prevede non solo l’assegnazione alle singole amministrazioni delle risorse finanziare per l’attuazione degli interventi, ma anche l’adozione di ogni iniziativa necessaria ad assicurarne l’efficace e il corretto utilizzo.

Per approfondire:

https://www.simonabozzolo.eu

https://apps.who.int/iris/handle/10665/44497