Lo psicologo entra negli studi dei medici di base

La norma prevista nel decreto di legge "Calabria" legittima la presenza dello psicologo nelle cure primarie ed entra nel cuore dell’ACN della medicina generale chiarendo che qualora le Regioni vogliano autorizzare l’aumento del massimale, questo sarà possibile laddove il medico interessato abbia realizzato un’integrazione interprofessionale con infermieri e psicologi.

Finalmente anche in Italia si potrà usufruire dello psicologo di base, questo secondo il decreto Calabria, appena istituito. Dall'albo degli psicologi della regione Lombardia però ancora non si hanno informazioni certe e non si sa se sarà istituito un concorso non si sa come verranno selezionati gli psicologi e soprattutto non si sa chi pagherà queste prestazioni. È un dato indubbiamente positivo, L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa e al mondo in cui lo psicologo di base e non è una figura istituzionalmente riconosciuta ma il bisogno di psicologia, il supporto psicologico, la formazione sulle emozioni, la conoscenza e il sapere “come funzioniamo” è ormai domanda di molti. In Italia si fa poca prevenzione e poca informazione e la psicologia, ancora oggi, è paragonata alla magia e molti medici base affermano di non credere alla pratica psicologica. Poca informazione, poca condivisione, poco supporto anche da coloro che dovrebbero tutelare la salute mentale, attraverso la pratica psicologica e psicoterapica e non solo inseguendo le logiche di mercato dettate dalle multinazionali farmaceutiche.  Il problema grosso è che il sistema sanitario nazionale non copre le richieste e soprattutto non copre la richiesta di psicoterapia che spesso è a carico dei singoli cittadini. La sanità supporta i cittadini solo per una decina di colloqui, in enti convenzionati, spesso con una lunga lista d’attesa, dove però il singolo non può scegliere lo psicologo di riferimento ma si deve adattare a quello che passa l’istituzione sanitaria.

Uno dei grossi problemi del nostro sistema sanitario è che le persone accedono ai servizi quando il sintomo è conclamato, cronicizzato da anni e dopo solo un paio di mesi la persona è lasciata a se stessa. Coloro che desiderano proseguire il percorso si supporto o di psicoterapia devono far fronte alle spese che questo comporta. La spesa non è sostenibile per un lungo periodo. 

Basti pensare al fatto che il costo di una seduta di psicoterapia varia dalle 60 euro a seduta, se si è fortunati, alle 90 euro e il costo mensile si aggira sulle 350 euro al mese, spese ovviamente non rimborsabili se non a fronte di un’assicurazione privata. Consideriamo, inoltre, che un percorso di psicoterapia non può durare qualche mese: per poter pensare ad una ristrutturazione della personalità o far fronte a sintomi o problemi di varia natura e vario genere non sono sufficienti un paio di sedute o un mese di terapia, soprattutto quando il sintomo oppure la difficoltà portata dal paziente è ormai cronica o si trascina da molti anni. 

Il decreto Calabria è innovativo e in teoria risponde al bisogno che le persone hanno anche se, ancora, non sappiamo come questa figura verrà istituita.

Per approfondire: 
https://www.simonabozzolo.eu/psicologia-bergamo

https://www.guidapsicologi.it/studio/dottssa-simona-bozzolo